Il Natale dall'altra
parte del mondo
Il
Natale nell' altra parte
del mondo La
tradizionale atmosfera
natalizia è tutt'altra
cosa in numerosi Paesi
non europei. Basti
pensare che dall' altra
parte del mondo c' è chi
festeggia la nascita di
Cristo in costume da
bagno. Lungi dall'
essere blasfemi, alcuni
comportamenti"
sono dettati da esigenze
strettamente connesse al
clima.
Ed è difficile
immaginare Babbo Natale
vestito di tutto punto,
così come impone la
tradizione lappone, con
40 gradi all'ombra. Ciò
nonostante, in ogni
angolo del pianeta in
cui si trovi una
comunità cristiana il
Natale viene
festeggiato… più o meno
riccamente. In
Indonesia, ad esempio,
gli abitanti di fede
cristiana sono un'esigua
minoranza. Eppure, il 25
dicembre è un giorno di
grande festa cui
partecipano anche i
credenti delle altre
religioni. Alla luce
degli ultimi avvenimenti
sembrerà quasi assurdo,
ma in questo bellissimo
Paese il giorno di
Natale i mussulmani
vengono ospitati nelle
case dei cristiani e
viceversa.
A
Cuba la "noche
buena", così è chiamata
la sera della vigilia, è
praticamente passata
inosservata per lungo
tempo. Solo da qualche
anno, cioè da quando lo
Stato ha tolto il veto
ai riti religiosi, sono
tornate in auge le
tradizioni di
derivazione contadina.
Nonostante la calura del
periodo (a dicembre in
America Latina è piena
estate) si banchetta
fino all'alba con
portate a base di carne
di maiale e birra. E
nelle case non mancano
gli alberi addobbati ed
i presepi. In Messico,
i grandi pranzi del 25
sono ulteriormente
animati dalla
tradizionale rottura
delle "pentolacce" di
cartapesta che
contengono dolci,
canditi e frutta.
Mentre l' Argentina,
nonostante la distanza
geografica, mantiene
usanze vicinissime alle
nostre: la sera della
vigilia si riunisce
tutta la famiglia per il
cenone. Nel menù
troviamo carne alla
brace, panettone e
spumante. L'unica nota
curiosa si rileva
nell'albero di Natale,
che deve essere
rigorosamente di
plastica (non tanto per
questioni ambientaliste
ma perché le elevate
temperature del periodo
non permettono di
mantenere verde una
pianta vera) e che viene
letteralmente inondato
di neve finta. Dopo
tanto caldo, passiamo a
Paesi più simili a noi
per condizioni
climatiche. Un freddo
veramente intenso
connota il Natale del
Canada dove, in
alcune zone, permane la
tradizione che porta i
bambini di casa in casa
a cantare inni per poi
essere ricompensati con
un po' di spiccioli,
dolci e una bevanda
calda.
Analoga usanza è
adottata in tutti gli
Stati Uniti dove,
dopo le performance
canore, i bimbi
appendono ai piedi dei
loro letti la federa del
cuscino o le calze in
cui Santa Claus lascerà
i regali. Infine, non si
può tacere dei luminosi
Natali della "Grande
Mela". New York, è
pronta a festeggiare il
25 dicembre 2002. Le
vetrine non mancano di
abbagliare con i loro
coloratissimi addobbi e
le strade sono invase
dalla gente che cerca i
regali e gli ingredienti
per il rituale pranzo
che riunisce la
famiglia. Una tradizione
curiosa arriva dal
quartiere di Brooklyn
dove, dal 26 dicembre al
primo giorno dell'anno
nuovo, si svolge la
festa degli
afroamericani che non
riconoscono come propria
la festività del "White
Christmas". Nelle strade
e in alcune case
rivivono i suoni e
l'atmosfera dell'
Africa, si accendono
candele rosse, verdi e
nere e si scambiano
biglietti di auguri che
auspicano un felice
raccolto. Le origini di
questa festa, che
chiaramente si pone in
controtendenza al
consumismo dilagante, ha
radici nel movimento dei
diritti civili e del
potere nero. Resta solo
da ricordare i purtroppo
movimento dei diritti
civili e del potere
nero.
Resta solo da ricordare
i purtroppo numerosi
Paesi del mondo in cui
la povertà si riflette
inevitabilmente sulle
usanze. In molte zone
del Terzo Mondo il 24
dicembre cade
regolarmente come in
ogni altro luogo. Ma non
ci si scambia regali,
non si usano addobbi, e
spesso è difficile
trovare qualcosa
da mettere
nel piatto del pranzo di
Natale… come in tutti
gli altri giorni dell'
anno.
NATALE IN BIELORUSSIA.
Natale ormai è alle
porte, lo possiamo
capire dagli addobbi e
le luci che abbelliscono
di giorno in giorno le
strade, le vetrine e i
negozi.
Anche nel mio paese, in
Bielorussia, si fanno
preparativi per questa
festa, ma sarà tutto
diverso. Sicuramente ci
sarà tanta neve e il mio
villaggio, con le sue
piccole case di legno,
le strade poco
illuminate, in mezzo
alla campagna, sembrerà
una scena del presepe.
Il presepe però non fa
parte delle tradizioni
del Natale ortodosso,
diversa è anche la data
di questa ricorrenza,noi
infatti lo festeggiamo
il sette gennaio. Nelle
famiglie, la sera della
vigilia non si fa il
cenone, ma c' è
ugualmente una cena
particolare, con sette
pietanze diverse.
Nessuna portata deve
essere cucinata con la
carne, ma solo con
verdure e cereali. Sotto
la tovaglia si mette un
pò di fieno che il
giorno di Natale viene
raccolto e portato nella
stalla perché protegga
gli animali durante
tutto l'anno. Sempre nel
giorno di Natale i
bambini si mascherano da
spiriti o animaletti e
vanno in giro per le
case a fare gli auguri
cantando canti che
parlano della nascita di
Gesù, in cambio ricevono
caramelle, dolcetti e
anche soldi. Questa
usanza ricorda un pò
l'italiana festa della
Befana. Anche se
festeggiato in modo
diverso e in una data
diversa, il Natale è
anche per noi una bella
festa di pace per tutti
gli uomini.
IL NATALE BUDDISTA.
Il Natale è una festa
cristiana che commemora
ogni anno la nascita di
Cristo. Il buddismo in
sé non festeggia questa
festa, crede
nell'esistenza di Gesu'
e lo identifica come un
illuminato, una persona
che ha aiutato molti ad
alleviare le sofferenze.
Più che il Natele si
festeggia il capodanno
in quanto rappresenta
l'inizio di un nuovo
anno dove si
rideterminano obiettivi
individuali e creare la
pace nel mondo; comunque
il Natale in occidente i
buddisti lo festeggiano
lo stesso per stare in
famiglia con i parenti,
un momento particolare
molto piacevole. Abbiamo
molte altre feste
durante l' anno. Sono
anniversari e
commemorazioni che si
festeggiano insieme fra
noi, ci si racconta
esperienze di vita: c'è
musica, messaggi di
incoraggiamento dal
presidente
dell'associazione a cui
appartengono (SGK),
rinfreschi, ed alla fine
ci si fa tra di noi dei
regalini semplici,
creati da noi stessi,
con scritto sopra:
poesie, frasi di
incoraggiamento ed altri
messaggi d'amore. Un po'
di storia Il Buddismo è
nato per rispondere
all'esigenze di tutti
gli esseri umani: come
superare le sofferenze e
vivere un'esistenza
realizzata e
soddisfacente. Nell'
India del 500 a.c.
Siddharta, dopo anni di
ricerche e meditazioni,
intuì finalmente la
causa del proprio
problema:gli esseri
umani soffrono perché la
loro visione della
realtà è falsata. Di
conseguenza, le loro
stesse azioni li portano
inconsapevolmente verso
l' infelicità. Si
avventurano nel dell'
esistenza come chi si
muove nell'oscurità
armato solo di una
piccola candela che
rischiara a malapena ciò
che lo circonda. Tutt'
intorno un mondo di
ombre, incertezze,
paure, passi falsi,
sofferenze. Ma l' essere
umano ha la possibilità
di illuminare il suo
cammino. Ecco allora il
termine Budda
("illuminato", in
sanscrito). Siddharta
(chiamato anche
Shakiamuni, cioè "il
saggio degli Shakia",
dal nome del suo popolo)
anche
Shakiamuni, cioè "il
saggio degli Shakia",
dal nome del suo popolo)
insegno la via per
illuminare la propria
esistenza e vivere in
armonia con l' ambiente
nell'arco di oltre 40
ani di predicazione. Il
Sutra del Loto è uno dei
suoi ultimi
insegnamenti. In esso
rivela l'esistenza di
una forza vitale
universale che genera,
permea e regola tutti i
fenomeni della vita.
Ogni essere umano -egli
dice- indipendentemente
da razza, sesso, cultura
o epoca in cui vive,
possiede in sé questa
condizione vitale
illuminata (definita
buddità), così come in
ognuno sono presenti
altri stati vitali che
si manifestano nelle
varie forme dell'umana
natura (collera,
avidità, gioia,
sofferenza, e così via).
La Buddità rappresenta
il potenziale per lo
sviluppo di un'
illimitata energia
positiva che, attingendo
da inesauribile fonte
della vita universale di
cui l' individuo è parte
integrante, porta verso
uno stato di felicità,
permettendo il
superamento delle umane
sofferenze e svillupando
una naturale passione
per gli altri.
IL NATALE NEL MONDO
Africa
Nigeria
Un paese dalle mille
etnie e dalle tante
religioni. In Nigeria
alberi e presepi non
fanno capolino se non
nelle regioni a più alta
concentrazione
cristiana, e la
tradizione più diffusa
rimane quella del pranzo
con la famiglia
allargata.
Ghana
Chiese addobbate
festosamente, musica,
processioni e parate
nelle strade: questo è
il Natale in Ghana, non
esattamente il centro
del cristianesimo. Una
festa che diventa anche
un' occasione per andare
a trovare parenti e
amici che vivono in
villaggi diversi e
lontani. Il pranzo di
Natale prevede riso,
pollo, agnello e frutta
di ogni tipo. Nelle
famiglie cristiane viene
fatto l' albero, ma
ovviamente non si tratta
né di un pino né
tantomeno di un abete:
il mango è quello più
diffuso.
Kenya
Le non moltissime chiese
cristiane del Kenya
vengono addobbate con
fiori coloratissimi, gli
stessi che decorano i
locali alberi di Natale.
Le famiglie si
riuniscono per il
pranzo, mentre gruppi di
ragazzini girano di casa
in casa chiedendo
piccoli doni e dolcetti.
Il piatto tradizionale è
il nyama choma, un
arrosto di capra.
Egitto
Un paese musulmano ma
con una nutrita presenza
cristiana, anche se di
confessione copta. Il
calendario in Egitto è
diverso, e quindi Natale
viene festeggiato il 7
di gennaio, ma le
celebrazioni iniziano
addirittura il 25 di
novembre, quando da
pranzi e cene spariscono
per 40 giorni sia la
carne che il latte. Il
"digiuno" termina la
sera del 6 gennaio. Il 7
gennaio si svolgono le
celebrazioni religiose
(a volte trasmesse anche
dalla Tv di Stato),
mentre il piatto
tradizionale è il Fatta,
ricetta a base di carne
e riso. Da alcuni anni
hanno fatto la loro
comparsa anche gli
alberi di Natale,
rigorosamente
artificiali.
Sudafrica
Un Natale molto
particolare quello del
Sudafrica, non fosse
altro perchè cade nel
bel mezzo delle vacanze
estive. Così il 25 di
dicembre diventa poco
più di una scusa per
fare una gita fuoriporta
o per passare una
giornata al mare.
Zimbabwe
A Kisimusi - questo la
denominazione del Natale
in Zimbabwe - gli adulti
regalano dei doni ai
bambini. Il centro delle
celebrazioni è però il
pranzo, che generalmente
è "cumulativo", vale a
dire che raccoglie molte
famiglie che partecipano
attivamente alla sua
preparazione. Porridge,
arrosto (generalmente di
capra, ma non è detto),
verdure e dolci sono le
portate.
Americhe
Bahamas
Natale alle Bahamas
significa Junkanoo.
Trattasi di una festa
che trova le sue origini
nel periodo non troppo
lontano in cui in queste
isole la maggior parte
della popolazione era
costituita da schiavi.
Una festa in cui domina
la musica locale e che
finisce alle prime luci
dell'alba. Una festa,
per le nostre abitudini,
assolutamente poco
natalizia.
Bolivia
Come nel caso di altri
paesi andini anche in
Bolivia gioca un ruolo
centrale il presepe, che
si trova in tutte le
case e in tutte le
chiese. La notte del 24
ruota attorno alla Misa
Del Gallo, al termine
della quale in molte
strade viene cosparso
dello zucchero. I regali
i bambini li ricevono
all'Epifania, e la sera
del 5 gennaio le scarpe
dei piccoli, con dentro
una lettera per i Re
Magi, vengono messe
fuori dalla porta.
Durante la cena di
Natale si mangia la
picana, mais, carne di
maiale, pomodori,
cipolle, peperoni, zuppe
e frutta.
Brasile
Un mix di genti e
culture paragonabile
agli Stati Uniti. Il
Brasile è un paese
ricchissimo di
tradizioni assai lontane
tra loro. Il presepe è
diffusissimo nel
nord-est del paese
poiché qui (esattamente
a Olinda, cittadina
dello stato di
Pernambuco) venne
introdotto nel corso del
Seicento dal frate
francescano Gaspar de
Santo Agostinho. La
rappresentazione della
nascita di Gesù Bambino
è "arricchita" dalla
presenza di alcuni
zingari, che secondo la
tradizione locale
vogliono rapire Gesù. I
regali ai piccoli li
porta Papai Noel,
versione carioca di
Santa Claus. La messa di
mezzanotte è seguita dal
pranzo natalizio, la
Ceia de Natal. Nelle più
grandi città vengono
innalzati grandi alberi
arricchiti da centinaia
di luci, e quasi
dappertutto si svolgono
processioni e cortei,
alcuni sacri altri
profani. Una delle
manifestazioni più
celebri (e pacchiane) è
quella che si svolge
allo stadio Maracanà di
Rio de Janeiro, dove le
autorità della città
danno il benvenuto a
Babbo Natale che arriva
in elicottero…
Canada
Geograficamente e
culturalmente vicino
agli Stati Uniti, il
Canada non poteva che
sviluppare una serie
lunghissima di
tradizioni natalizie.
Ogni città, ogni
comunità, ogni etnia ha
il suo modo di
festeggiare il 25 di
dicembre: tratti comuni
sono il cenone/pranzo,
l'albero e Santa Claus.
Un'antica tradizione -
che si fa risalire
addirittura a Samuel de
Champlain, l'esploratore
che fondò la città di
Quebec nel 1608 - vuole
però che le celebrazione
del Natale abbiano
inizio il 25 novembre,
giorno di Santa Caterina
e festa delle donne
single.
Cile
In Cile i bambini
attendono con ansia il
Viejo Pascuero, una
specie di Santa Claus
andino molto simile al
nostro Babbo Natale. Il
cenone di Natale inizia
alle luci dell'alba del
25, dopo la conclusione
della Misa del Gallo. Il
dolce tradizionale
cileno è il Pan de
Pascua, una specie di
pane dolce con frutta e
biscotti.
Colombia
L'accensione delle
candele durante la festa
dell'Immacolata
Concezione: così inizia
il Natale in Colombia.
Con l'avvicinarsi del 25
di dicembre decine di
candele vengono accese
in ogni casa e invadono
anche i bordi delle
strade. Il 16 inizia la
posada, non prima però
di avere completato
l'albero. La Noche Buena
prevede lo scambio dei
regali (portati da Gesù
Bambino e non da Babbo
Natale) e la messa di
mezzanotte. Prima di
andare a dormire si
mangia l'ajiaco, una
zuppa di patate, pollo e
mandorle, mentre la
bevanda tradizionale -
piuttosto alcolica - è
il Sabajòn (tequila,
uova, latte, vino e
whisky). Negli ultimi
anni le tradizioni
statunitensi si stanno
però diffondendo: segno
inequivocabile di questo
fenomeno è la comparsa
di numerosi Babbi Natale
e l'introduzione del
tacchino ripieno nel
pranzo di Natale.
Costa
Rica
Tamburi e musiche
tradizionali
accompagnano in Costa
Rica la tradizionale
Posada, che inizia nove
giorni prima di Natale.
Diffusissimo anche il
Nascimiento, vale a dire
il presepe, mentre
l'albero ha conosciuto
negli ultimi anni una
grossa diffusione
soprattutto per merito
di una numerosa comunità
tedesca che vive in
questo paese. Il
cenone/pranzo di Natale
è molto ricco, e il
piatto principale è l'escabeche,
uno sformato di carote,
cavoli, peperoni,
cipolle, piselli e
aceto. Il dolce
tradizionale si chiama
invece Navideño. I
regali vengono scambiati
a Capodanno, mentre le
feste vengono chiuse il
6 di gennaio con una
grande parata di carri e
musica.
Asia
Arabia
Saudita
La culla dell'Islam non
riconosce il Natale
quale sua festa
ufficiale (e non ne
avrebbe nemmeno motivo
per farlo), ma - almeno
ufficialmente - non lo
vieta, ma i
festeggiamenti dei
pochissimi cristiani
(stranieri, nella quasi
totalità dei casi) si
svolgono in forma
estremamente privata.
Niente luci o addobbi in
Arabia Saudita quindi,
se non nelle proprie
case, unico luogo dove
in maniera un po'
spartana si celebra la
festività.
Armenia
La messa di mezzanotte
in Armenia è chiamata
badarak, durante la
quale viene
fatta
bere ai fedeli
dell'acqua benedetta.
Prima di Natale viene
osservata una settimana
di totale astinenza da
tutti i cibi di origine
animale.
Cina
Il Natale in Cina
riflette le particolari
condizioni politiche del
gigante asiatico. Qui i
cristiani sono una
piccolissima minoranza,
ma possono festeggiare
il Natale, anche se in
maniera poco
tradizionale. Le
celebrazioni avvengono
quasi esclusivamente
nelle grandi città,
perché lì si trovano i
circa 4 milioni di
cristiani cinesi, Quasi
impossibile rintracciare
un presepe, anche se non
più tardi di tre anni fa
una spedizione
archeologica nella
provincia dello Xian ha
rinvenuto una natività
in legno databile
attorno all'800 d.C.,
poco più di un secolo
più tardi rispetto alle
prime testimonianza che
garanriscono la presenza
di monaci missionari in
Cina. Esiste anche una
sorta di Babbo Natale
locale, chiamato Dun Che
Lao Ren.
Corea del Sud
A differenza dei vicini
giapponesi in Corea il
lato religioso del
Natale è molto più
sentito. Centrale è
quindi la messa di
mezzanotte, al termine
della quale prima si
celebrano anche i
battesimi dei nuovi
fedeli che hanno deciso
di abbracciare il
cristianesimo, poi si
svolgono una serie di
cori tradizionali
improvvisati nelle
strade delle città. Il
pranzo prevede una torta
salata a base di riso,
il kimchi (verdure
grigliate con spezie) e
carni arrostite. Lo
scambio dei regali
rimane comunque una
tradizione diffusissima.
Filippine
Le celebrazioni
natalizie qui, nel paese
più cristiano di tutto
il continente asiatico,
cominciano assai presto.
Come in altri paesi che
hanno conosciuto la
colonizzazione spagnola,
centro di tutte le
tradizione è la Misa de
Gallo, la messa di
mezzanotte che può
durare anche fino
all'alba. Numerose sono
anche le
rappresentazioni della
Natività e delle
peripezie della Sacra
Famiglia che si tengono
sino al giorno
dell'Epifania. In ogni
casa delle Filippine si
trovano le lanterne di
Natale, lampade colorate
e decorate. Piatto
tipico è il Bibingka,
una torta salata a base
di riso e verdura,
assieme al quale si beve
una particolare qualità
di tè, il salabat.
Giappone
Può un paese che conta
una percentuale di
cristiani non superiore
all'1% celebrare il
Natale? Sì, e la prova
vivente è il Giappone.
Si tratta ovviamente di
un Natale completamente
spogliato dei suoi
significati religiosi,
mentre quelli più
commerciali sono ben
vivi. Centri commerciali
e negozi fanno quindi
sfoggio di un numero
impressionante di Babbi
Natale, personaggio per
cui gli abitanti di
questo strano paese
impazziscono. Il
vecchietto vestito di
rosso qui viene chiamato
anche Santa Kurohsu, e a
volte viene raffigurato
con un paio di occhi
anche sulla nuca, una
particolarità da
attribuire al fatto che
nel pantheon nipponico
esiste una divinità -
Hoteiosho - che porta
dei regali ai bambini
che si sono comportati
bene, e che come
caratteristica ha
proprio un paio di occhi
sulla nuca, con i quali
può controllare meglio
il comportamento dei
piccoli. I giapponesi
non vanno in Chiesa, non
esiste un tipico menu
natalizio, ma fanno
regali in gran quantità.
Una delle ragioni, ma
certo non l'unica, è da
ricercare
nella
presenza di una numerosa
colonia americana che si
è stabilita qui dopo la
fine dell'ultima guerra
mondiale. Tutte le
decorazioni natalizie
iniziano a sparire già
il 26 di dicembre.
Oceania
Australia
Il Natale australiano
non è molto diverso da
quello dei "cugini"
neozelandesi. I cibi
sono praticamente gli
stessi, l'abitudine di
passarlo tra amici e
famglia anche. Gli
abitanti di questa
enorme isola sono forse
un po' più sportivi, e
non pochi approfittano
della bella stagione per
passarlo in qualche
spiaggia. Assai celebre
è il concerto di Natale
che si tiene, ormai dal
1937, nella St. Mary's
Cathedral di Sydney.
Case, piazze e chiese
sono addobbate con fiori
di Jaracanda o con i
tradizionali (almeno per
l'Australia) Cespugli di
Natale, piante che danno
dei piccoli fiori rossi
vagamente somiglianti
alle nostre Stelle di
Natale.
Nuova
Zelanda
Fiori viola e un nome
quasi impronunciabile (Pohutokawa)
per l' albero di Natale
neozelandese. I
trascorsi coloniali
sotto lo Union Jack
hanno però portato anche
in questa parte del
mondo la tradizione di
Babbo Natale. Gli usi e
costumi britannici sono
diffusissimi, prova ne è
il pranzo del 25 di
dicembre, quando sulla
tavola troneggia il
tacchino con il budino
di prugne, accanto al
quale compaiono alcuni
piatti più tipicamente
neozelandesi. Uno di
questi è il Pavlova, una
specie di meringa con
fragole e kiwi. Un
piatto che scatena da
decenni una lotta
nazional-culinaria tra
Nuova Zelanda e
Australia: il Pavlova
sarebbe stato inventato
a Sydney da uno chef
neozelandese. Da alcuni
anni a questa parte si
sta diffondendo
l'abitudine di
festeggiare con tutti i
crismi un secondo Natale
il 25 di luglio, quando
l'emisfero Australe è in
pieno inverno. Il Natale
cristiano si festeggia
nellom stesso periodo in
cui la tradizione maori
celebrava l' arrivo del
mese di Hakihea, una
sovrapposizione che ha
creato anche un
particolare mix
culturale: da un lato
gli "europei" hanno
comunciato ad usare l'
hangi, una particolare
pietra con un buco
dentro il quale si
possono cuocere carni,
verdura e frutta. I
maori hanno arricchito
la propria cosmogonia
con un nuovo compito per
Papatuanuku, la Madre
Terra: la distribuzione
dei doni ai bambini.
Buon Natale in tutte le
lingue del mondo
Afrikaans:
Gesëende Kersfees
Albanese: Gezur
Krislinjden
Arabo: Idah
Saidan Wa Sanah Jadidah
Armeno:
Shenoraavor Nor Dari yev
Pari Gaghand
Azerbaijan:
Tezze Iliniz Yahsi Olsun
Bahasa (Malesia):
Selamat Hari
Natal
Basco: Zorionak
eta Urte Berri On!
Bengali: Shuvo
Naba Barsha
Boemo: Vesele
Vanoce
Bretone: Nedeleg
laouen na bloavezh mat
Bulgaro: Tchestita
Koleda;
Tchestito Rojdestvo
Hristovo
Catalano: Bon
Nadal i un Bon Any Nou!
Ceco: Prejeme
Vam Vesele Vanoce a
stastny Novy Rok
Choctaw (Nativi
americani, Oklahoma):
Yukpa, Nitak
Hollo Chito
Cinese (Cantonese):
Gun Tso Sun Tan’Gung
Haw Sun
Cinese (Mandarino):
Kung His Hsin
Nien bing Chu Shen Tan
Cingalese: Subha
nath thalak Vewa. Subha
Aluth Awrudhak Vewa
Coreano: Sung
Tan Chuk Ha
Croato: Sretan
Bozic
Danese: Glædelig
Jul
Eschimese: (inupik)
Jutdlime pivdluarit
ukiortame pivdluaritlo!
Esperanto: Gajan
Kristnaskon
Estone: Ruumsaid
juulup|hi
Farsi:
Cristmas-e-shoma mobarak
bashad
Fiammingo: Zalig
Kerstfeest en Gelukkig
nieuw jaar
Filippino:
Maligayan Pasko!
Finlandese:
Hyvaa joulua
Francese: Joyeux
Noel
Frisone: Noflike
Krystdagen en in protte
Lok en Seine yn it Nije
Jier!
Gaelico (Scozia):
Nollaig
chridheil huibh
Gaelico: Nollaig
chridheil agus Bliadhna
mhath ùr!
Gallese:
Nadolig Llawen
Giapponese:
Shinnen omedeto.
Kurisumasu Omedeto
Greco: Kala
Christouyenna!
Hamish Dutch
(Pennsylvania):
En frehlicher
Grischtdaag un en
hallich Nei Yaahr!
Hausa: Barka da
Kirsimatikuma Barka da
Sabuwar Shekara!
Hawaaiano: Mele
Kalikimaka
Hindi: Shub Naya
Baras
Indonesiano:
Selamat Hari Natal
Inglese: Merry
Christmas
Iracheno: Idah
Saidan Wa Sanah Jadidah
Irochese:
Ojenyunyat Sungwiyadeson
honungradon nagwutut.
Ojenyunyat osrasay.
Islandese:
Gledileg Jol
Isola di Man:
Nollick ghennal as blein
vie noa
Latino: Natale
hilare et Annum Faustum!
Latviano:
Prieci’gus Ziemsve’tkus
un Laimi’gu Jauno Gadu!
Lituano: Linksmu
Kaledu
Macedone: Sreken
Bozhik
Maltese: LL
Milied Lt-tajjeb
Maori: Meri
Kirihimete
Navajo: Merry
Keshmish
Norvegese: God
Jul, or Gledelig Jul
Occitano: Pulit
nadal e bona annado
Olandese:
Vrolijk Kerstfeest en
een Gelukkig Nieuwjaar!
oppure Zalig Kerstfeast
Papua Nuova Guinea:
Bikpela hamamas
blong dispela Krismas na
Nupela yia i go long yu
Polacco:
Wesolych Swiat Bozego
Narodzenia or Boze
Narodzenie
Portoghese (Brasile):
Boas Festas e
Feliz Ano Novo
Portoghese:
Feliz Natal
Rapa-Nui (Isola di
Pasqua): Mata-Ki-Te-Rangi.
Te-Pito-O-Te-Henua
Rumeno:
Sarbatori vesele
Russo:
Pozdrevlyayu s
prazdnikom Rozhdestva is
Novim Godom
Samoa: La Maunia
Le Kilisimasi Ma Le
Tausaga Fou
Sardo: Bonu
nadale e prosperu annu
nou
Serbo: Hristos
se rodi
Slovacco: Sretan
Bozic oppure Vesele
vianoce
Sloveno: Vesele
Bozicne. Screcno Novo
Leto
Spagnolo: Feliz
Navidad
Svedese: God Jul
and (Och) Ett Gott Nytt
År
Tailandese:
Sawadee Pee Mai
Tedesco:
Fröhliche Weihnachten
Turco: Noeliniz
Ve Yeni Yiliniz Kutlu
Olsun
Ucraino:
Srozhdestvom Kristovym
Ungherese:
Kellemes Karacsonyi
unnepeket
Urdu: Naya Saal
Mubarak Ho
Vietnamita:
Chung Mung Giang Sinh
Yoruba: E ku
odun, e ku iye’dun!
Indietro
su
|