Il Natale dall'altra parte del mondo

Il Natale nell' altra parte del mondo La tradizionale atmosfera natalizia è tutt'altra cosa in numerosi Paesi non europei. Basti pensare che dall' altra parte del mondo c' è chi festeggia la nascita di Cristo in costume da bagno. Lungi dall' essere blasfemi, alcuni comportamenti" sono dettati da esigenze strettamente connesse al clima.
Ed è difficile immaginare Babbo Natale vestito di tutto punto, così come impone la tradizione lappone, con 40 gradi all'ombra. Ciò nonostante, in ogni angolo del pianeta in cui si trovi una comunità cristiana il Natale viene festeggiato… più o meno riccamente. In Indonesia, ad esempio, gli abitanti di fede cristiana sono un'esigua minoranza. Eppure, il 25 dicembre è un giorno di grande festa cui partecipano anche i credenti delle altre religioni. Alla luce degli ultimi avvenimenti sembrerà quasi assurdo, ma in questo bellissimo Paese il giorno di Natale i mussulmani vengono ospitati nelle case dei cristiani e viceversa.

 

 

A Cuba la "noche buena", così è chiamata la sera della vigilia, è praticamente passata inosservata per lungo tempo. Solo da qualche anno, cioè da quando lo Stato ha tolto il veto ai riti religiosi, sono tornate in auge le tradizioni di derivazione contadina. Nonostante la calura del periodo (a dicembre in America Latina è piena estate) si banchetta fino all'alba con portate a base di carne di maiale e birra. E nelle case non mancano gli alberi addobbati ed i presepi. In Messico, i grandi pranzi del 25 sono ulteriormente animati dalla tradizionale rottura delle "pentolacce" di cartapesta che contengono dolci, canditi e frutta.

Mentre l' Argentina, nonostante la distanza geografica, mantiene usanze vicinissime alle nostre: la sera della vigilia si riunisce tutta la famiglia per il cenone. Nel menù troviamo carne alla brace, panettone e spumante. L'unica nota curiosa si rileva nell'albero di Natale, che deve essere rigorosamente di plastica (non tanto per questioni ambientaliste ma perché le elevate temperature del periodo non permettono di mantenere verde una pianta vera) e che viene letteralmente inondato di neve finta. Dopo tanto caldo, passiamo a Paesi più simili a noi per condizioni climatiche. Un freddo veramente intenso connota il Natale del Canada dove, in alcune zone, permane la tradizione che porta i bambini di casa in casa a cantare inni per poi essere ricompensati con un po' di spiccioli, dolci e una bevanda calda.

Analoga usanza è adottata in tutti gli Stati Uniti dove, dopo le performance canore, i bimbi appendono ai piedi dei loro letti la federa del cuscino o le calze in cui Santa Claus lascerà i regali. Infine, non si può tacere dei luminosi Natali della "Grande Mela". New York, è pronta a festeggiare il 25 dicembre 2002. Le vetrine non mancano di abbagliare con i loro coloratissimi addobbi e le strade sono invase dalla gente che cerca i regali e gli ingredienti per il rituale pranzo che riunisce la famiglia. Una tradizione curiosa arriva dal quartiere di Brooklyn dove, dal 26 dicembre al primo giorno dell'anno nuovo, si svolge la festa degli afroamericani che non riconoscono come propria la festività del "White Christmas". Nelle strade e in alcune case rivivono i suoni e l'atmosfera dell' Africa, si accendono candele rosse, verdi e nere e si scambiano biglietti di auguri che auspicano un felice raccolto. Le origini di questa festa, che chiaramente si pone in controtendenza al consumismo dilagante, ha radici nel movimento dei diritti civili e del potere nero. Resta solo da ricordare i purtroppo movimento dei diritti civili e del potere nero.

Resta solo da ricordare i purtroppo numerosi Paesi del mondo in cui la povertà si riflette inevitabilmente sulle usanze. In molte zone del Terzo Mondo il 24 dicembre cade regolarmente come in ogni altro luogo. Ma non ci si scambia regali, non si usano addobbi, e spesso è difficile trovare qualcosa da mettere nel piatto del pranzo di Natale… come in tutti gli altri giorni dell' anno.

NATALE IN BIELORUSSIA. Natale ormai è alle porte, lo possiamo capire dagli addobbi e le luci che abbelliscono di giorno in giorno le strade, le vetrine e i negozi. Anche nel mio paese, in Bielorussia, si fanno preparativi per questa festa, ma sarà tutto diverso. Sicuramente ci sarà tanta neve e il mio villaggio, con le sue piccole case di legno, le strade poco illuminate, in mezzo alla campagna, sembrerà una scena del presepe. Il presepe però non fa parte delle tradizioni del Natale ortodosso, diversa è anche la data di questa ricorrenza,noi infatti lo festeggiamo il sette gennaio. Nelle famiglie, la sera della vigilia non si fa il cenone, ma c' è ugualmente una cena particolare, con sette pietanze diverse. Nessuna portata deve essere cucinata con la carne, ma solo con verdure e cereali. Sotto la tovaglia si mette un pò di fieno che il giorno di Natale viene raccolto e portato nella stalla perché protegga gli animali durante tutto l'anno. Sempre nel giorno di Natale i bambini si mascherano da spiriti o animaletti e vanno in giro per le case a fare gli auguri cantando canti che parlano della nascita di Gesù, in cambio ricevono caramelle, dolcetti e anche soldi. Questa usanza ricorda un pò l'italiana festa della Befana. Anche se festeggiato in modo diverso e in una data diversa, il Natale è anche per noi una bella festa di pace per tutti gli uomini.

IL NATALE BUDDISTA. Il Natale è una festa cristiana che commemora ogni anno la nascita di Cristo. Il buddismo in sé non festeggia questa festa, crede nell'esistenza di Gesu' e lo identifica come un illuminato, una persona che ha aiutato molti ad alleviare le sofferenze. Più che il Natele si festeggia il capodanno in quanto rappresenta l'inizio di un nuovo anno dove si rideterminano obiettivi individuali e creare la pace nel mondo; comunque il Natale in occidente i buddisti lo festeggiano lo stesso per stare in famiglia con i parenti, un momento particolare molto piacevole. Abbiamo molte altre feste durante l' anno. Sono anniversari e commemorazioni che si festeggiano insieme fra noi, ci si racconta esperienze di vita: c'è musica, messaggi di incoraggiamento dal presidente dell'associazione a cui appartengono (SGK), rinfreschi, ed alla fine ci si fa tra di noi dei regalini semplici, creati da noi stessi, con scritto sopra: poesie, frasi di incoraggiamento ed altri messaggi d'amore. Un po' di storia Il Buddismo è nato per rispondere all'esigenze di tutti gli esseri umani: come superare le sofferenze e vivere un'esistenza realizzata e soddisfacente. Nell' India del 500 a.c. Siddharta, dopo anni di ricerche e meditazioni, intuì finalmente la causa del proprio problema:gli esseri umani soffrono perché la loro visione della realtà è falsata. Di conseguenza, le loro stesse azioni li portano inconsapevolmente verso l' infelicità. Si avventurano nel dell' esistenza come chi si muove nell'oscurità armato solo di una piccola candela che rischiara a malapena ciò che lo circonda. Tutt' intorno un mondo di ombre, incertezze, paure, passi falsi, sofferenze. Ma l' essere umano ha la possibilità di illuminare il suo cammino. Ecco allora il termine Budda ("illuminato", in sanscrito). Siddharta (chiamato anche Shakiamuni, cioè "il saggio degli Shakia", dal nome del suo popolo)

anche Shakiamuni, cioè "il saggio degli Shakia", dal nome del suo popolo) insegno la via per illuminare la propria esistenza e vivere in armonia con l' ambiente nell'arco di oltre 40 ani di predicazione. Il Sutra del Loto è uno dei suoi ultimi insegnamenti. In esso rivela l'esistenza di una forza vitale universale che genera, permea e regola tutti i fenomeni della vita. Ogni essere umano -egli dice- indipendentemente da razza, sesso, cultura o epoca in cui vive, possiede in sé questa condizione vitale illuminata (definita buddità), così come in ognuno sono presenti altri stati vitali che si manifestano nelle varie forme dell'umana natura (collera, avidità, gioia, sofferenza, e così via). La Buddità rappresenta il potenziale per lo sviluppo di un' illimitata energia positiva che, attingendo da inesauribile fonte della vita universale di cui l' individuo è parte integrante, porta verso uno stato di felicità, permettendo il superamento delle umane sofferenze e svillupando una naturale passione per gli altri.

IL NATALE NEL MONDO

Africa

Nigeria
Un paese dalle mille etnie e dalle tante religioni. In Nigeria alberi e presepi non fanno capolino se non nelle regioni a più alta concentrazione cristiana, e la tradizione più diffusa rimane quella del pranzo con la famiglia allargata.

Ghana
Chiese addobbate festosamente, musica, processioni e parate nelle strade: questo è il Natale in Ghana, non esattamente il centro del cristianesimo. Una festa che diventa anche un' occasione per andare a trovare parenti e amici che vivono in villaggi diversi e lontani. Il pranzo di Natale prevede riso, pollo, agnello e frutta di ogni tipo. Nelle famiglie cristiane viene fatto l' albero, ma ovviamente non si tratta né di un pino né tantomeno di un abete: il mango è quello più diffuso.

Kenya
Le non moltissime chiese cristiane del Kenya vengono addobbate con fiori coloratissimi, gli stessi che decorano i locali alberi di Natale. Le famiglie si riuniscono per il pranzo, mentre gruppi di ragazzini girano di casa in casa chiedendo piccoli doni e dolcetti. Il piatto tradizionale è il nyama choma, un arrosto di capra.

Egitto
Un paese musulmano ma con una nutrita presenza cristiana, anche se di confessione copta. Il calendario in Egitto è diverso, e quindi Natale viene festeggiato il 7 di gennaio, ma le celebrazioni iniziano addirittura il 25 di novembre, quando da pranzi e cene spariscono per 40 giorni sia la carne che il latte. Il "digiuno" termina la sera del 6 gennaio. Il 7 gennaio si svolgono le celebrazioni religiose (a volte trasmesse anche dalla Tv di Stato), mentre il piatto tradizionale è il Fatta, ricetta a base di carne e riso. Da alcuni anni hanno fatto la loro comparsa anche gli alberi di Natale, rigorosamente artificiali.

Sudafrica
Un Natale molto particolare quello del Sudafrica, non fosse altro perchè cade nel bel mezzo delle vacanze estive. Così il 25 di dicembre diventa poco più di una scusa per fare una gita fuoriporta o per passare una giornata al mare.

Zimbabwe
A Kisimusi - questo la denominazione del Natale in Zimbabwe - gli adulti regalano dei doni ai bambini. Il centro delle celebrazioni è però il pranzo, che generalmente è "cumulativo", vale a dire che raccoglie molte famiglie che partecipano attivamente alla sua preparazione. Porridge, arrosto (generalmente di capra, ma non è detto), verdure e dolci sono le portate.

Americhe

Bahamas
Natale alle Bahamas significa Junkanoo. Trattasi di una festa che trova le sue origini nel periodo non troppo lontano in cui in queste isole la maggior parte della popolazione era costituita da schiavi. Una festa in cui domina la musica locale e che finisce alle prime luci dell'alba. Una festa, per le nostre abitudini, assolutamente poco natalizia.

Bolivia
Come nel caso di altri paesi andini anche in Bolivia gioca un ruolo centrale il presepe, che si trova in tutte le case e in tutte le chiese. La notte del 24 ruota attorno alla Misa Del Gallo, al termine della quale in molte strade viene cosparso dello zucchero. I regali i bambini li ricevono all'Epifania, e la sera del 5 gennaio le scarpe dei piccoli, con dentro una lettera per i Re Magi, vengono messe fuori dalla porta. Durante la cena di Natale si mangia la picana, mais, carne di maiale, pomodori, cipolle, peperoni, zuppe e frutta.

Brasile
Un mix di genti e culture paragonabile agli Stati Uniti. Il Brasile è un paese ricchissimo di tradizioni assai lontane tra loro. Il presepe è diffusissimo nel nord-est del paese poiché qui (esattamente a Olinda, cittadina dello stato di Pernambuco) venne introdotto nel corso del Seicento dal frate francescano Gaspar de Santo Agostinho. La rappresentazione della nascita di Gesù Bambino è "arricchita" dalla presenza di alcuni zingari, che secondo la tradizione locale vogliono rapire Gesù. I regali ai piccoli li porta Papai Noel, versione carioca di Santa Claus. La messa di mezzanotte è seguita dal pranzo natalizio, la Ceia de Natal. Nelle più grandi città vengono innalzati grandi alberi arricchiti da centinaia di luci, e quasi dappertutto si svolgono processioni e cortei, alcuni sacri altri profani. Una delle manifestazioni più celebri (e pacchiane) è quella che si svolge allo stadio Maracanà di Rio de Janeiro, dove le autorità della città danno il benvenuto a Babbo Natale che arriva in elicottero…

Canada
Geograficamente e culturalmente vicino agli Stati Uniti, il Canada non poteva che sviluppare una serie lunghissima di tradizioni natalizie. Ogni città, ogni comunità, ogni etnia ha il suo modo di festeggiare il 25 di dicembre: tratti comuni sono il cenone/pranzo, l'albero e Santa Claus. Un'antica tradizione - che si fa risalire addirittura a Samuel de Champlain, l'esploratore che fondò la città di Quebec nel 1608 - vuole però che le celebrazione del Natale abbiano inizio il 25 novembre, giorno di Santa Caterina e festa delle donne single.

Cile
In Cile i bambini attendono con ansia il Viejo Pascuero, una specie di Santa Claus andino molto simile al nostro Babbo Natale. Il cenone di Natale inizia alle luci dell'alba del 25, dopo la conclusione della Misa del Gallo. Il dolce tradizionale cileno è il Pan de Pascua, una specie di pane dolce con frutta e biscotti.

Colombia
L'accensione delle candele durante la festa dell'Immacolata Concezione: così inizia il Natale in Colombia. Con l'avvicinarsi del 25 di dicembre decine di candele vengono accese in ogni casa e invadono anche i bordi delle strade. Il 16 inizia la posada, non prima però di avere completato l'albero. La Noche Buena prevede lo scambio dei regali (portati da Gesù Bambino e non da Babbo Natale) e la messa di mezzanotte. Prima di andare a dormire si mangia l'ajiaco, una zuppa di patate, pollo e mandorle, mentre la bevanda tradizionale - piuttosto alcolica - è il Sabajòn (tequila, uova, latte, vino e whisky). Negli ultimi anni le tradizioni statunitensi si stanno però diffondendo: segno inequivocabile di questo fenomeno è la comparsa di numerosi Babbi Natale e l'introduzione del tacchino ripieno nel pranzo di Natale.

Costa Rica
Tamburi e musiche tradizionali accompagnano in Costa Rica la tradizionale Posada, che inizia nove giorni prima di Natale. Diffusissimo anche il Nascimiento, vale a dire il presepe, mentre l'albero ha conosciuto negli ultimi anni una grossa diffusione soprattutto per merito di una numerosa comunità tedesca che vive in questo paese. Il cenone/pranzo di Natale è molto ricco, e il piatto principale è l'escabeche, uno sformato di carote, cavoli, peperoni, cipolle, piselli e aceto. Il dolce tradizionale si chiama invece Navideño. I regali vengono scambiati a Capodanno, mentre le feste vengono chiuse il 6 di gennaio con una grande parata di carri e musica.

 

Asia

Arabia Saudita
La culla dell'Islam non riconosce il Natale quale sua festa ufficiale (e non ne avrebbe nemmeno motivo per farlo), ma - almeno ufficialmente - non lo vieta, ma i festeggiamenti dei pochissimi cristiani (stranieri, nella quasi totalità dei casi) si svolgono in forma estremamente privata. Niente luci o addobbi in Arabia Saudita quindi, se non nelle proprie case, unico luogo dove in maniera un po' spartana si celebra la festività.

Armenia
La messa di mezzanotte in Armenia è chiamata badarak, durante la quale viene

fatta bere ai fedeli dell'acqua benedetta. Prima di Natale viene osservata una settimana di totale astinenza da tutti i cibi di origine animale.

Cina
Il Natale in Cina riflette le particolari condizioni politiche del gigante asiatico. Qui i cristiani sono una piccolissima minoranza, ma possono festeggiare il Natale, anche se in maniera poco tradizionale. Le celebrazioni avvengono quasi esclusivamente nelle grandi città, perché lì si trovano i circa 4 milioni di cristiani cinesi, Quasi impossibile rintracciare un presepe, anche se non più tardi di tre anni fa una spedizione archeologica nella provincia dello Xian ha rinvenuto una natività in legno databile attorno all'800 d.C., poco più di un secolo più tardi rispetto alle prime testimonianza che garanriscono la presenza di monaci missionari in Cina. Esiste anche una sorta di Babbo Natale locale, chiamato Dun Che Lao Ren.

Corea del Sud
A differenza dei vicini giapponesi in Corea il lato religioso del Natale è molto più sentito. Centrale è quindi la messa di mezzanotte, al termine della quale prima si celebrano anche i battesimi dei nuovi fedeli che hanno deciso di abbracciare il cristianesimo, poi si svolgono una serie di cori tradizionali improvvisati nelle strade delle città. Il pranzo prevede una torta salata a base di riso, il kimchi (verdure grigliate con spezie) e carni arrostite. Lo scambio dei regali rimane comunque una tradizione diffusissima.

Filippine
Le celebrazioni natalizie qui, nel paese più cristiano di tutto il continente asiatico, cominciano assai presto. Come in altri paesi che hanno conosciuto la colonizzazione spagnola, centro di tutte le tradizione è la Misa de Gallo, la messa di mezzanotte che può durare anche fino all'alba. Numerose sono anche le rappresentazioni della Natività e delle peripezie della Sacra Famiglia che si tengono sino al giorno dell'Epifania. In ogni casa delle Filippine si trovano le lanterne di Natale, lampade colorate e decorate. Piatto tipico è il Bibingka, una torta salata a base di riso e verdura, assieme al quale si beve una particolare qualità di tè, il salabat.

Giappone
Può un paese che conta una percentuale di cristiani non superiore all'1% celebrare il Natale? Sì, e la prova vivente è il Giappone. Si tratta ovviamente di un Natale completamente spogliato dei suoi significati religiosi, mentre quelli più commerciali sono ben vivi. Centri commerciali e negozi fanno quindi sfoggio di un numero impressionante di Babbi Natale, personaggio per cui gli abitanti di questo strano paese impazziscono. Il vecchietto vestito di rosso qui viene chiamato anche Santa Kurohsu, e a volte viene raffigurato con un paio di occhi anche sulla nuca, una particolarità da attribuire al fatto che nel pantheon nipponico esiste una divinità - Hoteiosho - che porta dei regali ai bambini che si sono comportati bene, e che come caratteristica ha proprio un paio di occhi sulla nuca, con i quali può controllare meglio il comportamento dei piccoli. I giapponesi non vanno in Chiesa, non esiste un tipico menu natalizio, ma fanno regali in gran quantità. Una delle ragioni, ma certo non l'unica, è da ricercare

nella presenza di una numerosa colonia americana che si è stabilita qui dopo la fine dell'ultima guerra mondiale. Tutte le decorazioni natalizie iniziano a sparire già il 26 di dicembre.

Oceania

Australia
Il Natale australiano non è molto diverso da quello dei "cugini" neozelandesi. I cibi sono praticamente gli stessi, l'abitudine di passarlo tra amici e famglia anche. Gli abitanti di questa enorme isola sono forse un po' più sportivi, e non pochi approfittano della bella stagione per passarlo in qualche spiaggia. Assai celebre è il concerto di Natale che si tiene, ormai dal 1937, nella St. Mary's Cathedral di Sydney. Case, piazze e chiese sono addobbate con fiori di Jaracanda o con i tradizionali (almeno per l'Australia) Cespugli di Natale, piante che danno dei piccoli fiori rossi vagamente somiglianti alle nostre Stelle di Natale.

Nuova Zelanda
Fiori viola e un nome quasi impronunciabile (Pohutokawa) per l' albero di Natale neozelandese. I trascorsi coloniali sotto lo Union Jack hanno però portato anche in questa parte del mondo la tradizione di Babbo Natale. Gli usi e costumi britannici sono diffusissimi, prova ne è il pranzo del 25 di dicembre, quando sulla tavola troneggia il tacchino con il budino di prugne, accanto al quale compaiono alcuni piatti più tipicamente neozelandesi. Uno di questi è il Pavlova, una specie di meringa con fragole e kiwi. Un piatto che scatena da decenni una lotta nazional-culinaria tra Nuova Zelanda e Australia: il Pavlova sarebbe stato inventato a Sydney da uno chef neozelandese. Da alcuni anni a questa parte si sta diffondendo l'abitudine di festeggiare con tutti i crismi un secondo Natale il 25 di luglio, quando l'emisfero Australe è in pieno inverno. Il Natale cristiano si festeggia nellom stesso periodo in cui la tradizione maori celebrava l' arrivo del mese di Hakihea, una sovrapposizione che ha creato anche un particolare mix culturale: da un lato gli "europei" hanno comunciato ad usare l' hangi, una particolare pietra con un buco dentro il quale si possono cuocere carni, verdura e frutta. I maori hanno arricchito la propria cosmogonia con un nuovo compito per Papatuanuku, la Madre Terra: la distribuzione dei doni ai bambini.

 

Buon Natale in tutte le lingue del mondo

Afrikaans: Gesëende Kersfees
Albanese: Gezur Krislinjden
Arabo: Idah Saidan Wa Sanah Jadidah
Armeno: Shenoraavor Nor Dari yev Pari Gaghand
Azerbaijan: Tezze Iliniz Yahsi Olsun
Bahasa (Malesia): Selamat Hari Natal
Basco: Zorionak eta Urte Berri On!
Bengali: Shuvo Naba Barsha
Boemo: Vesele Vanoce
Bretone: Nedeleg laouen na bloavezh mat
Bulgaro: Tchestita Koleda; Tchestito Rojdestvo Hristovo
Catalano: Bon Nadal i un Bon Any Nou!
Ceco: Prejeme Vam Vesele Vanoce a stastny Novy Rok
Choctaw (Nativi americani, Oklahoma): Yukpa, Nitak Hollo Chito
Cinese (Cantonese): Gun Tso Sun Tan’Gung Haw Sun
Cinese (Mandarino): Kung His Hsin Nien bing Chu Shen Tan
Cingalese: Subha nath thalak Vewa. Subha Aluth Awrudhak Vewa
Coreano: Sung Tan Chuk Ha
Croato: Sretan Bozic
Danese: Glædelig Jul
Eschimese: (inupik) Jutdlime pivdluarit ukiortame pivdluaritlo!
Esperanto: Gajan Kristnaskon
Estone: Ruumsaid juulup|hi
Farsi: Cristmas-e-shoma mobarak bashad
Fiammingo: Zalig Kerstfeest en Gelukkig nieuw jaar
Filippino: Maligayan Pasko!
Finlandese: Hyvaa joulua
Francese: Joyeux Noel
Frisone: Noflike Krystdagen en in protte Lok en Seine yn it Nije Jier!
Gaelico (Scozia): Nollaig chridheil huibh
Gaelico: Nollaig chridheil agus Bliadhna mhath ùr!
Gallese: Nadolig Llawen
Giapponese: Shinnen omedeto. Kurisumasu Omedeto
Greco: Kala Christouyenna!
Hamish Dutch (Pennsylvania): En frehlicher Grischtdaag un en hallich Nei Yaahr!
Hausa: Barka da Kirsimatikuma Barka da Sabuwar Shekara!
Hawaaiano: Mele Kalikimaka
Hindi: Shub Naya Baras
Indonesiano: Selamat Hari Natal
Inglese: Merry Christmas
Iracheno: Idah Saidan Wa Sanah Jadidah
Irochese: Ojenyunyat Sungwiyadeson honungradon nagwutut. Ojenyunyat osrasay.
Islandese: Gledileg Jol
Isola di Man: Nollick ghennal as blein vie noa
Latino: Natale hilare et Annum Faustum!
Latviano: Prieci’gus Ziemsve’tkus un Laimi’gu Jauno Gadu!
Lituano: Linksmu Kaledu
Macedone: Sreken Bozhik
Maltese: LL Milied Lt-tajjeb
Maori: Meri Kirihimete
Navajo: Merry Keshmish
Norvegese: God Jul, or Gledelig Jul
Occitano: Pulit nadal e bona annado
Olandese: Vrolijk Kerstfeest en een Gelukkig Nieuwjaar! oppure Zalig Kerstfeast
Papua Nuova Guinea: Bikpela hamamas blong dispela Krismas na Nupela yia i go long yu
Polacco: Wesolych Swiat Bozego Narodzenia or Boze Narodzenie
Portoghese (Brasile): Boas Festas e Feliz Ano Novo
Portoghese: Feliz Natal
Rapa-Nui (Isola di Pasqua): Mata-Ki-Te-Rangi.
Te-Pito-O-Te-Henua
Rumeno: Sarbatori vesele
Russo: Pozdrevlyayu s prazdnikom Rozhdestva is Novim Godom
Samoa: La Maunia Le Kilisimasi Ma Le Tausaga Fou
Sardo: Bonu nadale e prosperu annu nou
Serbo: Hristos se rodi
Slovacco: Sretan Bozic oppure Vesele vianoce
Sloveno: Vesele Bozicne. Screcno Novo Leto
Spagnolo: Feliz Navidad
Svedese: God Jul and (Och) Ett Gott Nytt År
Tailandese: Sawadee Pee Mai
Tedesco:
Fröhliche Weihnachten

Turco: Noeliniz Ve Yeni Yiliniz Kutlu Olsun
Ucraino: Srozhdestvom Kristovym
Ungherese: Kellemes Karacsonyi unnepeket
Urdu: Naya Saal Mubarak Ho
Vietnamita: Chung Mung Giang Sinh
Yoruba: E ku odun, e ku iye’dun!

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